HOME BIOGRAFIA RECENSIONI OPERE MOSTRE CONTATTI

 

Recensioni Note Critiche e Poesie

 

Antonio Ricci, quando la Metafisica sposa il silenzio e si trasforma in poesia” ...  leggi articolo >>

Marta Lock su Gruppo Editoriale l'Opinionista - 2021

 

 

“L’eleganza di una forma in uno spazio sognato, rimanda ad un simbolismo che, nella pittura di Ricci, racconta l’essenza della vita. Un immaginario che diventa spessore emozionale, svolto in un ricercato e sospeso equilibrio compositivo e coloristico. Pittura come limpido strumento per affrontare il proprio io, in un’atmosfera allusiva frutto di un’efficace iconografia fantastica.”

Roberto Perdicaro su L’èlite – Selezione Arte - 2020

 

 

La figura per Antonio Ricci diventa elemento stimolante di un’ispirazione che spazia fra richiami surreali e intime riflessioni. Indagine psicologica e umana resa con grande disciplina formale e sensibile liricità, risolta in una lucida e attenta ricerca espressiva.

Roberto Perdicaro su L’èlite – Selezione Arte - 2019

 

Le opere di Antonio Ricci mostrano la capacità di affrontare tematiche di rilevante spessore intellettuale, attraverso un’iconografia fortemente legata alla rappresentazione della figura umana. In un impianto strutturale che vede i personaggi calati in un ambito formale libero da un naturalismo descrittivo, il pittore svolge un’analisi di tipo psicologico e simbolico. L’immagine diviene strumento di indagine interiore dell’universo umano, con particolare riferimento al mondo femminile, colto nei suoi aspetti più riflessivi, allusivi e sensuali. E’ un porsi domande sul proprio inconscio, sull’essenza nascosta all’interno di un ambito emozionale e poetico che si concretizza anche in una profonda meditazione sul proprio destino. I personaggi si pongono come attori in uno spazio vuoto e silenzioso, rielaborando una mitologia del vivere che si palesa in un senso del reale dal significato intrinseco di tipo metafisico. L’impianto compositivo appare frutto di un’accorta disciplina del segno, offerto con un’eleganza formale non comune, che risolve l’immagine con equilibrio di forma e colore. Le soluzioni cromatiche presentate dall’artista si rivelano dense, forti e appaiono del tutto partecipi al racconto espressivo ed evocativo proposto. L’anatomia dei corpi, lo studio dei volumi, denotano un percorso fatto di bellezza e mistero, frutto di un’ispirazione di grande sensibilità. La donna è al centro di questa suggestiva ricerca artistica, ora evocata, ora reale nella sua affascinante fisicità, anche se spesso enigmatica e sfuggente. In questa dimensione sottilmente surreale, il pittore ricrea un’atmosfera ricca di intuizioni liriche e appassionate, in bilico tra sogno e realtà, con una partecipazione di intenti assolutamente sincera e autentica nel riscoprire la dimensione speculativa del pensiero estetico.   

                                                                                                                                    Roberto Perdicaro

 

Ricci stupisce per le capacità tecnico-pittoriche e convince grazie ad un linguaggio molto personale, incisivo e mai banale. La sua arte infatti, ricca di personalità, è in grado di veicolare messaggi profondi e meditati. Prendendo spunto da fatti di attualità o da iconografie classiche riesce, da un punto di vista sia compositivo che concettuale, ad ottenere grandi risultati. Egli infaatti elabora opere armoniose e significative, dotate di grande potenza comunicativa.

Roberto Perdicaro

 

 

 

Dentro l’immagine 

L’arte per Antonio Ricci è un’esperienza intima, determinata dalla volontà di registrare senza filtri la vita quotidiana con un intento realistico, scevro da ogni mero tecnicismo e volto, piuttosto, a restituire l’emozione autentica della visione. La tela del pittore diviene il foglio bianco di un diario sul quale appuntare le proprie impressioni di fronte allo spettacolo variegato della natura e dell’uomo. Ricci si fa narratore di una storia comune, fatta di piccoli gesti e di sguardi solitari, di paesaggi incantevoli e popoli lontani, memorie di incontri vissuti o soltanto immaginati. Non stravolge il dato reale, ma lo sottopone a una sorta di sublimazione, così da lasciar affiorare sulla superficie la poeticità insita in un paesaggio o in una figura. La brillantezza cromatica e la nitidezza del disegno concorrono alla plasticità delle forme, evidenziata dall’uso particolare della luce, la quale, oltre a conferire rilievo ai corpi, assume una funzione simbolica.

La realtà si ravviva in una fantasia di colori accesi, nei quali l’artista sembra tradurre direttamente gli stimoli sensoriali e i sentimenti provati di fronte a essa. Il colore, infatti, acquista un ruolo fondamentale nella creazione artistica, come veicolo del messaggio trasmesso dal soggetto del dipinto, ma soprattutto dell’atteggiamento dell’artista nei confronti di esso. Il colore pertanto accentua o, al contrario, contrasta il sentimento dominante dell’opera d’arte, sorretto da un disegno nitido e meticoloso. Nel procedimento artistico di Ricci il disegno appare innanzitutto come uno strumento utile a rispondere a un’esigenza mimetica, quella cioè di rendere immediatamente riconoscibile la realtà dipinta. Il segno, quindi, descrive con estrema cura individui e oggetti, si sofferma su ogni piccolo dettaglio percepito dall’occhio umano. Nello stesso tempo, esso conduce alla creazione di una forma ideale di bellezza e a fare dell’opera d’arte non il risultato di un’imitazione fredda della realtà, quanto di una visione partecipe della molteplicità delle sue espressioni. L’artista non osserva, ma interpreta ciò che lo circonda, utilizzando in modo spontaneo gli strumenti della creatività.

La formazione artistica di Antonio Ricci si svolge principalmente da autodidatta e in maniera parallela, se non alternativa, agli studi scientifici. La passione per l’arte si accompagna, infatti, alla professione di ingegnere, la quale ha probabilmente influito sull’orientamento impresso alla pittura verso un’analisi oggettiva del dato reale, superata poi nel momento della creazione artistica. L’artista sviluppa una sequenza di inquadrature simili agli scatti prodotti dall’obbiettivo fotografico: l’immagine pittorica, tuttavia, ha della fotografia non tanto la resa, quanto la temporalità. Ricci è solito immortalare con i colori il passaggio impercettibile di un’espressione su un volto, catturare l’attimo fugace di una risata o di un pensiero, perpetuare l’istante irripetibile di un abbraccio o di un’apparizione. In questo modo l’arte fa propria la durata effimera di un fenomeno per prolungarla in eterno. I corpi appaiono congelati in azioni interrotte, colti nel mezzo di una qualsiasi attività o luogo della quotidianità, per la strada o davanti a un bar. In particolare, Ricci esplora in diversi dipinti l’armonia del corpo in movimento: le nudità si congiungono in una danza lenta, le membra si contraggono sotto l’effetto dello sforzo fisico o si distendono in un momento di abbandono liberatorio e intimo. Quello della danza costituisce, insieme alla musica e al canto, uno dei temi ricorrenti nella sua produzione pittorica, come se queste forme di espressione della creatività umana rappresentassero un luogo ideale in cui poter essere liberi, in cui lo spirito si ricongiunge con l’armonia dell’universo abbandonando le censure imposte al nostro comportamento, le gabbie sociali in cui si rinchiudono spesso i nostri sogni.

Le opere, principalmente a olio, si fondano su una composizione essenziale in cui le forme emergono solitarie su uno sfondo astratto, puramente cromatico, la cui funzione è quella di fare da eco allo stato d’animo espresso nel dipinto.

I paesaggi sono realizzati essenzialmente con il colore, modulato velocemente a suggerire spazi e forme dai contorni sfocati. L’indefinitezza dell’immagine nel suo complesso contrasta con la naturalezza nel cogliere i particolari, in uno scenario silenzioso, quasi surreale, dove la presenza dell’uomo è sottintesa nelle tracce enigmatiche che ne indicano il passaggio, come i fiori abbandonati su una sedia o il telo adagiato su una sdraio in riva al mare. Il tempo sembra non esistere, tutto è sospeso in una realtà verosimile eppure disarmante, perché ci parla continuamente di un’assenza, di un vuoto incolmabile. Similmente, nelle nature morte lo sforzo di Ricci si concentra sulla resa esatta della struttura degli oggetti, sulla loro verità. Il pennello sembra catturare i movimenti dell’aria che circola tra le cose, le fa vibrare sotto l’effetto di una pennellata morbida, di un colore molto diluito. La luce tersa si diffonde in maniera uniforme, senza forti contrasti, esaltando la delicata resa atmosferica e la ricostruzione attenta della qualità materica; l’atmosfera indefinita dell’insieme, l’assenza di riferimenti spazio-temporali rassicuranti, sprigionano, tuttavia, un senso di lieve malinconia. L’osservatore sembra assistere per caso a una scena i cui protagonisti non esistono più e, come il pittore, si mette in attesa di un risvolto nella storia che probabilmente non avverrà mai, soffermandosi intanto su ogni particolare degli oggetti, ormai muti, che lo circondano.

Nella visione personale di Ricci un posto privilegiato è occupato dall’immagine femminile, nucleo generativo di tutte le antinomie di essere e apparire. L’apparenza, vigorosa nella sua bellezza perfetta e intangibile, assume le sembianze di una donna languida dai tratti idealizzati, conforme al modello dominante nell’immaginario collettivo a partire dalla mitologia classica fino alla moda e all’universo mediatico contemporaneo. È estremamente difficile percepire la tensione che vibra dietro una posa artefatta, i pensieri riflessi negli occhi vuoti di una bambola. Le forme morbide dei corpi sembrano sciogliersi nella luce e fondersi con essa; la sensibilità dell’artista strappa ogni maschera e arriva a scoprire il senso di insicurezza e solitudine, la fragilità di un corpo chiuso in se stesso in un momento di riflessione e di malinconia. Le figure instaurano un dialogo immediato con l’osservatore o, più frequentemente, volgono lo sguardo verso una presenza misteriosa tagliata fuori dai margini del dipinto, evocativa di uno spazio immaginario popolato di visioni o di segreti turbamenti dell’animo.

Nella galleria di ritratti di Ricci incontriamo molti volti sconosciuti, identità anonime rivestite di una forza espressiva tale da coinvolgere emotivamente l’osservatore e chiunque sia in grado di vedere la poesia nascosta dietro un’immagine apparentemente banale. Una rete di sentimenti costituisce il vero fondamento della sua pittura, celata sotto una veste pittorica di grande abilità tecnica e attenzione realistica: dalla solitudine di un anziano allo sguardo tenero e curioso di un bambino, dallo stupore all’estasi impressi sul volto di una donna. Ricci riesce a incuriosire il nostro sguardo e ci spinge a interrogarci sull’universo inconscio che il nostro corpo, come un involucro, trattiene, o meglio, protegge dentro di sé.

L’artista investe con la propria immaginazione tutto ciò che si sottopone alla sua vista. Il realismo diviene, paradossalmente, il punto di partenza di un processo di astrazione della realtà in un’immagine interiorizzata di essa che fa riferimento alla sfera intima, mentale, del soggetto. L’interesse nei confronti della realtà non si esaurisce, in definitiva, in una rappresentazione di tipo naturalistico, ma si apre all’esigenza di mostrare anche ciò che, pur essendo invisibile, è parte integrante di essa. Lo spazio pittorico diviene pertanto una sorta di teatro delle interazioni tra l’io e il mondo esterno, nel quale poter riscoprire la magia della natura, la forza delle emozioni e i luoghi della memoria.

Simona Scaldaferri

Storico e critico d’arte

 

  

Abile sia nella resa cromatica che nella formulazione del disegno, l’artista concentra la sua attenzione sulla figura umana analizzata nella sua intimità e interiorità, espresse queste ultime grazie ad un linguaggio del corpo pregno di spirito vitale.

Alcuni suoi dipinti raffigurano moti dell’inconscio e ottengono i risultati desiderati grazie ad una forza luministica netta consapevole e meditata su schemi classici.

Molte opere raffigurano donne ritratte in audaci posizioni, inquietanti e seducenti, connotate da turbinanti pennellate che sembrano sgorgare da uno spirito tormentato. 

                                                                                                       Prof. Daniele Radini Tedeschi

 

 

Abile figurativo con grande espressività lirica ed emozionale.

Crea sulla tela libere pennellate di una intensa coloristica che risaltano la figura ben delineata da rasentare l’iperrealismo.

Le sue donne raffigurate sono delicate, sognanti, di grande effetto.

Le sue opere ci mostrano un artista dall’animo sensibile e attento alla fragilità femminile.

 

                                                                                                          Dott.ssa Sabina Fattibene

 

 

La vera potenzialità estetica dell’arte è quella di trovare nella bellezza la contemporaneità. Che essa sia interiore, come nel caso preraffaellita, o “alla moda”, come nel caravaggismo sacro (in cui i santi delle Scritture vestono abiti del ‘600), l’importante è la fedeltà alla propria epoca. Antonio Ricci, nelle sue mostre di pittura dove spiccano i suoi quadri in stile Pop Art, riesce perfettamente a cogliere il crepuscolo degli idoli (Dio, gli eroi, i santi), testimoniato dalla moderna mitologia: Apple, facebook, Ferrari e consimili “religioni”. Il suo talento grafico e la sua magistrale cura nel dettaglio compongono una fusione perfetta tra Pop e iperrealismo, togliendo al secondo la freddezza anodina del verismo (autentica pecca dell’iperrealismo) in funzione di un disincantato e nitido inno al presente.  

                                                                                                         Prof. Daniele Radini Tedeschi

 

 

La qualità artistica, gli scenari e le tematiche fanno di Antonio Ricci un assoluto protagonista del nostro panorama artistico. Le sue opere hanno sempre un riferimento concettuale, sono magnifiche definizioni di sentimenti espressi su tela con immediatezza e profonda sensibilità, con particolare attenzione all’universo femminile e alle relative problematiche 

                                                                                                          Claudio Lepri

 

 

Le opere di Antonio Ricci ci presentano un artista attento alle peculiarità simboliche dell’arte. I suoi quadri sfiorano il limite che si pone tra bellezza umana e preziosità dell’arte. In alcuni suoi dipinti volti femminili si confrontano quasi in atteggiamento riflessivo, autocritico della potenzialità dell’essere umano. Ci pongono mondi naturali. I tratti morbidi, le velature ed i panneggi che esaltano il fascino delle creature dipinte. A volte l’uomo è talmente abituato ad un volto o alla bellezza delle cose, che non ne sente l’emozione profonda.

L’artista Antonio Ricci ci dona attraverso la sua arte un canale di identificazione di alcuni stati dell’animo. Ma è un graduale stato emotivo che coinvolge lo spettatore. I tempi stretti sembrano svanire davanti ai quadri di Ricci. Un esempio è quello dell’opera “Abbandono”. Le forme del soggetto femminile ritraggono un bisogno naturale di protezione, di fiducia. Sono sensazioni umane che solo un artista sensibile può cogliere. Antonio Ricci poi segue un lavoro minuzioso anche nella preparazione tecnica delle sue tele. Con amore egli sceglie i materiali, i colori e tutto quello che ritiene soddisfare una qualità dell’arte. C’è un rispetto grande per l’effetto che quella tonalità di colore avrà nel contesto dell’opera, di trovare una cromia giusta anche dal punto di vista significativo come gli incarnati che si staccano dalla tela per comunicare un messaggio intimo e delicato. Non c’è espressione fatta a caso, emerge lo sforzo, la sofferenza dell’artista per far emergere la freschezza del quadro, ossia la reale valenza di quel momento in cui il soggetto è dipinto. Altro elemento tipico della pittura di Antonio Ricci è il rispetto della luce che c’è nella scena dipinta. Una fonte di bagliori che rendono quasi scultorei i suoi soggetti. L’arte non si identifica con parametri troppo razionali da punto di vista ontologico. Ci sorprende con sprazzi di fantasia, con piccole libertà. O grandi libertà, come quella di scegliere un’opera da amare nel tempo. Spesso anche di comprendere nel tempo. L’artista Ricci è consapevole di quanto l’uomo abbia bisogno della libertà di esprimersi. La pittura,intima, originale ma non aliena da emozioni ci regala anche i sogni del nostro bagaglio morale e culturale. Un’opera particolarmente interessante per la sua ricchezza di messaggio è “Risveglio di Afrodite”. Qui c’è il sipario inesorabile del tempo che divide due esseri umani. Una scena che contiene i parametri etici di molte generazioni. Mito e pittura vanno insieme a confluire per raccontare al mondo la magia dei tempi passati. L’importanza ed il sacrificio delle generazioni che gradualmente e anche attraverso la pittura comunicano,  raccontano al mondo la bellezza dell’essere umano.

                                                                                                                                                                                                                                Mauro Boschetti

 

 

Le figure di Antonio Ricci sono fortemente espressive, ricche di fascino e di mistero; e rimandano, con sottile simbologia, a variegati ambiti esistenziali, culturali e psicologici. L’artista le realizza utilizzando un linguaggio figurale raffinato, equilibrato in tutte le componenti, elegante nella sobrietà delle scelte timbriche e tonali, talora accostate per contrasto o ristrette fino alla monocromia. Un linguaggio tramato di emozioni sussurrate, pago di una plasticità scultorea nella modulazione di luminosità, panneggi ed ombre, che concorrono a definire forme vitali, sensuali, assorte, sempre comunque ritmate da intuibili risonanze interiori.

                                                                                                                Roberto Perdicaro

 

 

 

Grande autore, conoscitore di tecniche visive spazia dal realismo all’iperrealismo diffondendo sulla tela la bellezza del corpo umano, quasi sempre femminile. La morbidezza e la sinuosità delle forme si fondono con la delicatezza delle sete, dei pizzi, dei velluti, che incorniciano i corpi flessuosi in pose affascinanti e scultoree. La capacità dell’artista va oltre, non solo rappresentazioni statuarie, ma anche con tematiche sociali e forti, quali la violenza verso le donne, fisica e mentale, l’abbandono e la solitudine degli anziani, l’emarginazione dei giovani. Oltre agli spazi dedicati alla ginnastica, al nuoto ed altro. In tutti il tema dominante è il corpo con innumerevoli sfaccettature e plasticità, creando un’armonia tra spazio e forme, colore e materia, ma ciò che sorprende la visione delle opere è la luce. Diffusa, centrale, spaziale, tagliente. La luce non è una componente, è il mezzo che fa apparire e muove le corposità infinitesimali, quasi che sia proprio la luce il soggetto principe e non la figura.                                                                                                          

Prof. Ginco Portacci

 

 

Antonio Ricci ama ritrarre i moti più reconditi dell’animo umano e celebra il mistero della vita attraverso l’interpretazione di stati fisici ed emotivi. La sua ricerca figurativa è realistica ed incarna alla perfezione il gusto contemporaneo. Essa inoltre si rivela un mezzo ideale per dare corpo a vibranti tensioni liriche e poetiche: ogni opera infatti è resa ineludubile dalla perfetta alchimia tra l’impeccabile segno grafico e l’uso teatrale della luce, esprimendo con forza messaggi atavici, enigmatici e coinvolgenti. 

                                                                                                                   Vito Cracas

 

 

 

L’arte di Antonio Ricci è impostata sullo studio dei volti e delle figure anatomiche con definizioni di spiccato iperrealismo che assumono eccezionale valenza pittorica.

Impegnato costantemente nelle tematiche di profonda significanza sociale, Antonio Ricci si manifesta artista che approfondisce gli aspetti umani nel rilievo psicologico, denunciando le carenze di una società insensibile ai diritti dei più deboli. Da questo punto di vista le opere più significative sono quelle che raccontano soggetti femminili defraudati della loro dignità dai soprusi di uomini i cui comportamenti segnano uno scempio intollerabile nei confronti delle donne, male sempre più frequente in una società che ha smarrito valori e dirittura morale.

Altra tematica fortemente rappresentata dall’artista è il mondo degli anziani, sovente abbandonati al loro destino, senza che le istituzioni sociali ne abbiano un minimo riguardo e considerazione.

Antonio Ricci è un abile espressionista anche di tematiche mitologiche, con riferimenti di profonda valenza storica raffigurati sulla tela con libertà di linguaggio e notevole partecipazione rievocativa.

La produzione di Antonio Ricci è improntata all’impegno concettuale, che svaria in innumerevoli produzioni artistiche denotando idee fertili nel progetto, da cui scaturiscono composizioni museali nell’esecuzione.

                                                                                                            Prof. Clauidio Lepri 

 

 

 

L’arte di Antonio Ricci, eccellente maestro del figurativo contemporaneo, assume nel percorso una continua e costante ricerca nell’ambito del simbolismo. Ricci cura l’immagine nel particolare, definisce i sentimenti nei loro aspetti più reconditi, cogliendo sguardi che raccontano la personalità e il mondo interiore.

Nel dittico “Tutto può l’Amore” rivela le sue doti compositive nelle espressioni simboliche di grande valenza, così attuali in un mondo dove i focolai della guerra dilaniano vite umane e stravolgono qualsiasi valore morale. L’opera citata è stata acquisita, per donazione dello stesso autore, dal Museo “Peace Art Gallery” di San Francisco

                                                                                                               Prof. Caludio Lepri.

 

 

Quest'opera è stata scelta come copertina del Romanzo ACUTO di Carla Magnani


>> LOVE IS THE SOLUTION


POESIE

Associazione Culturale “L’Arca dei Folli”

Omaggio all’Opera del M° Antonio Ricci

 Malinconia 

Tu sei nel  mio cuore

ed io tra le

tue braccia.

Freddo il silenzio

nuda la notte,

mi avvolge l’aria

in voli cangianti.

E mi scopro ora

nella mia nudità,

0ra,

sola e viva.

Valentina Gismondi 2012


Associazione Culturale “l’Arca dei Folli”  

Omaggio all’Opera del M° Antonio Ricci

In equilibrio dentro di me

Spesso la paura m’assale

quando in un fremito di stupore

cerco il sentiero verso la resurrezione,

quando l’opaco presago

del divenire mio incerto

su un filo in sospensione mi

sorprende…

…tra le tacite tenebre

dell’animo mio ardente.

Funambola di un’illusione,

sono acrobata di sogno e confusione

ma la mia mano ancora attende

una carezza sul petto inerme

quando di notte tutto si accende

quando di notte il mio sguardo si perde.

Silvia Raccichini


 

Associazione Culturale “L’Arca dei Folli”

Omaggio all’opera del M° Antonio Ricci

Inquieta

dispersa creatura

in notturna tempesta,

senza margini al sole

nessuna luce in nera vela

soffocante tessitura del ragno.

Vissuto d’ogni gambero

pauroso nel retrocedere

impossibilitato d’avanzare

in sua natura cauta.

Marea buia avvolge

calcificato sguardo

in vento inquieto,

a frusciare in albero

penetrando nei sicuri rifugi,

sorda campana

lontano il tocco della festa,

abito smesso riposto in angolo

della memoria armadio,

senza musicale voce

quale tacere faccia, l’uragano.

Quel sicuro covo

a scomparir vivendo,

aveva trovato comodo

cercando illusione nella fortuna,

passione che traesse corpo

da inguaribile torpore.

La sua voce sfioriva

in pareti oscure,

inaridendo occhi marini

seducenti creature.

La sua voce alzava tono gridando:

-supererò il guado

viaggiando solitaria,

responsabile io solo della vita-.

Gridava nel silenzio,

neanche lei udiva sue parole,

fuggendo da quelle grida

nella profondità dell’antro,

senza guardare uscita

dove brillava il sole,

appena dietro cortina di rocce,

dipinto con pennellata di coraggio,

stesa su una tela di vita.

Danilo Tomassetti

                        


Opera poetica  di Eliana Lista dedicata al dipinto del M.o  Antonio Ricci “Terza età dimenticata”

 Terza età dimenticata

 Ai piedi del marmoreo monumento

emblema dell’ipocrita uguaglianza

fetore d’opulenza di palazzo

su quel gradino di sepolcri imbiancati

è con tutto il suo mondo:

una borsa di cuoio per ciò che fu

un feltro odoroso di tempo

un soprabito senza più colore.

Tre oggetti e una vita.

Invisibile.

Le mani strette a tener se stesso

l’aureola bianca del capo reclinato

sopra il petto e su questa esistenza.

Dorme e forse muore

ma è più che morto

è dimenticato.

Ai piedi del monumento

al confine del mondo.

Eliana Lista


 

Omaggio all’opera del M° Antonio Ricci 

ALLA FINESTRA

 Calda l’estate in luna

specchiata in ruvide mura,

sguardo lentamente percorre,

ascoltando parole altre

in vivide macchie la gente

perdersi, del senso dell’andare

in luogo ove si voleva tacere.

Danilo Tomassetti


 

Omaggio al M° Antonio Ricci 

RIGOLETTO

Pietà del padre

Le braccia piangenti

Mai lascerebbero fardello.

Peso vuoto di vita

Non affatica ma piega cuore,

la rabbia è la forza

il dolore è pilastro

lacrime cemento

che solidificano il gesto.

Invano si dimenticherà

Quell’attimo, è perenne scultura,

senza marmo o legno

senza tela e sostegno,

s’affonderà come pietra

nell’animo la morte

Danilo Tomassetti


 

Omaggio al M° Antonio Ricci

 LA CARNE, LA MORTE … 

Amante vorrebbe pelle immortale,

il volto levigato della Dea

ventre piatto e seni profumati,

carnalità esposta al desiderio.

Quel ventre decadrà al tempo

Aroma diventerà umido afrore.

Converrà curare quel corpo ?

O sanare l’immortalità

D’un quieto pensiero,

che si guarda e tace.

Filosofo dell’animo

Non teme ma misura

In conoscenza lentezza

Che svana sua corporeità.

Danilo Tomassetti

                         


Omaggio al M° Antonio Ricci 

MATTINA NUDA 

Mattina nuda,

vorrebbe fronde di luce

attraversare, inanellandosi, tapparelle.

Il buio resta nella stanza

l’oscurità pervade

l’effimero sogno del gioco,

le risate di una donna perduta

in un bivio senza frontiere,

cercando di trovare il filo

abbandonando telefoni e disarmonie,

abbandonando strade conosciute

per trovarsi in solitudine

in luogo ove libertà

risuonava nel suo nome

Danilo Tomassetti

 

 

 

Antonio Ricci - Copyright ©  2015  All rights reserved - Web design: RomArt.it

 

Utenti connessi